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26/07/10

"Looking up…TM "




Mentre a Londra, in Trafalgar Square, giganteggia sul quarto plinto il suo Veliero in Bottiglia, affacciato sul mare dal Nouveau Musèe National di Monaco (NMNM), sito nella stupenda Villa Sauber a Monte-Carlo, l’artista Yinka Shonibare è stato invitato ad offre una accogliete e morbida mostra, che durerà fino al 16 Gennaio 2011.

L’ artista anglo-nigeriano propone nell’evento "Looking up…TM " una visione particolare della storia riuscendo a suscitare emozioni e piaceri visivi. Con i suoi interventi e le sue concezioni, che rielaborano la storia delle immagini. Creando nuovi sguardi con le tonalità gioiose dello stile batik. Trasformando luoghi e modi del vivere quotidiano del passato in contemporanee ripensamenti sulla storia e sul vivere umano.

Il museo presenta l’artista in dialogo con la collezione permanente della sezione danza dell’Operà di Montecarlo di cui possiede costumi, studi e modellini di scenografie dei balletti ideati dallo scenografo Alphonse Visconti, dallo scultore Jean François Bosio e dal celebre architetto Charles Garnier; spostandoci così fra la belle epoque e il nostro quotidiano.

L’allestimento, particolarmente curato e raffinato, mette in diretto contatto i lavori di Yinka Shonibare con la bellezza delle opere storiche, creando un continuo gioco di stupore e meraviglia che suscita la bellezza e la gioia nel visitare le diverse stanze della mostra.

Osservando le opere di Yinka Shonibare, immerse in questo contesto ricercato, superata l’immediata ironia si rivela, ad un attento sguardo, una serie di significati e riflessioni che abbracciano la storia umana e le sue complessità, in particolare le vicende del razzismo coloniale.

S’incontrano così opere come lo stupendo costume in maglia di ferro “Neigilde” del 1909 che dialoga con le diafane figure dell’opera “Boy girl ballerina” ideate dall’artista. Le suggestioni delle maquette scenografiche di Visconti che rimandano alle diverse opere e spettacoli di danza tra cui “il lago dei cigni” di I.P.Chaikovsky da cui Shonibare s’ispira per il video Odile and Odette, proposto nella versione completa al piano superiore con il suggestivo “Ballo in maschera”, che offre la contrapposizione di due ballerine, metafora dell’alternarsi del potere, del bene del male e di tante altre metafore che costellano il vivere.

In un’altra stanza si compenetra passato e presente sul tema marino, fra vascelli impetuosi e quiete marine, tra cui la bozza del veliero in bottiglia proposto nella capitale inglese, realizzato sul modello del vascello di Nelson.

Con una particolare eleganza l’artista offre spunti per ripensare al narcisismo umano e alle concause che esso porta con sé. Al costo che un certo limitato benessere, per certe caste, pone all’ambiente umano più ampio. In una ricerca fra identità e storia, fra finti moralismi e pregiudizi.

Uscendo dal museo si può sostare nel bel giardino e riprendendo la via notare nel garage che ci si affaccia la stupenda Ferrari 308 GTS rielaborata artisticamente da Bertrand Lavier.

Segnaliamo che il NMNM si amplierà affiancando a Villa Sauber, il prossimo 18 Settembre, la Villa Paloma che proporrà un'esposizione centrata sul tema del territorio e del paesaggio.

Tra ieri e oggi, tra Kyoto e Tokyo




Accanto al bel giardino giapponese sulla costa di Montecarlo, c’è il moderno centro Grimaldi Forum che fino al 12 Settembre offrirà una visione del paese del Sol Levante narrando delle sue tradizioni e del suo rappresentarle.

Col titolo «Kyoto-Tokyo, dai Samurai ai Manga» è proposta una mostra sul Giappone e le sue forme estetiche, curata da Jan-Paul Desroches, conservatore generale al Museo Guimet di Parigi, e da Hiromu Ozawa. Nei moderni spazi del Grimaldi Forum si sviluppa un’esposizione di oltre 600 pezzi, in uno spazio che supera i quattromila metri quadrati, provenienti da vari musei di tutto il mondo.

In un percorso libero e avanguardistico sono presentate le diverse discipline artistiche di questo lontano e affascinante paese. Architettura, tradizioni teatrali, cerimonie del the, robotica, cinema, arte contemporanea fino ai manga i cui eroi rimandano alla figura tutelare dei samurai, in un circolare di passioni che ritornano e stupiscono dal passato al presente.

Si rimane stupiti nello scoprire la varietà espressiva di questo paese così particolare, che ha affascinato il nostro continente con un insieme di tradizioni e usanze così diverse e solenni. Si intravede nelle molteplici forme proposte, un filo continuo che va dall’estetica dei samurai fino alle figure dei manga, che nel loro mascheramento pare rivelare il mistero di una cultura immutata e naturalistica. Le lotte del tempo antico ritornano nei fumetti in forme che esprimono tradizione e misticismo, bisogno di essere e di vivere contro una natura ostile e misteriosa.

La rassegna prende spunto dalla via storica di Tokaido, che unisce nei suoi 500 chilometri la capitale antica Kyoto alla capitale moderna Tokyo. Unite dal 1964 dal treno superveloce Shinkasen, rappresenta la complessa identità di una cultura che sviluppa un delicato amore per la natura e un’altrettanta passionalità per la società intesa nel suo insieme.

Cornucopia al Museo Oceanografico di Monaco




In una stupenda giornata di sole è meraviglioso rifugiarsi in un’antro fresco e magico, questo può essere, se ci si trova nel Principato di Monaco, il magnifico Museo Oceanografico che con magistrale raffinatezza festeggia, fino al 30 settembre, il centenario del Museo con una raccolta del opere più note del popolare Damien Hirst, il più famoso artista del gruppo dei Young British Artists londinesi.

Giustamente chi se non lui poteva essere l’artista più adatto per questi spazi che per la prima volta si aprono all’arte contemporanea. Il suo approccio in equilibrio fra arte e scienza, è riunito sotto il titolo Cornucopia, dal latino Cornu Copiae in riferimento al corno dell’abbondanza, di cui l’artista è sicuramente un artefice e beneficiario.

Sia negli spazi esterni che nei bellissimi saloni sono proposte oltre 60 opere che ripercorrono la carriera dell’artista britannico in questi ultimi 15 anni, da quando vinse nel lontano 1995 il famoso premio Turner.

Sono proposte opere delle sue serie di storia naturale che sono un'interpretazione dell'artista del mondo vivente. Non mancano quindi le sue opere più inquietanti tra cui un impressionante squalo bianco (The Immortal, 1997-2005), le migliaia di fragili farfalle e insetti sotto vetro (The Forgiveness 2009, stanzino in acciaio inox lungo oltre 9 metri), una pecora sospesa in un cubo di vetro riempito di formalina (After the Flood, 2008) e tutto il suo bestiario che s’inserisce perfettamente nelle collezioni di esemplari acquatici e di fauna sottomarina del Museo Oceanografico di Monaco, creando un dialogo continuo fra presente e passato. Fra la vita nelle vasche dei pesci e le teche di conservazione e memoria che risulta perfetta in questo storico luogo di analisi e stupore.

Sono proposte anche opere legate alla tradizione più classica dell’arte come i noti quadri Spin Paintings, o le interpretazioni scultoree come San Bartolomeo che impugna la sua pelle dopo la scorticazione, in argento placcato oro o The Anatomy of an Angel un delicato angelo in marmo bianco sezionato in parte con gli organi interni in mostra. Come sempre l’apprensione della vita viene proposta dall’artista nel difficile equilibrio fra bellezza e morte.

Damien Hirst giustamente ha dichiarato: “Sono entusiasta di esporre il mio operato al Museo Oceanografico di Monaco e mi rallegro in particolar modo di esporre le opere delle mie serie di Storia Naturale tra le strabilianti collezioni del museo. Questa è una possibilità eccellente di abbinare arte e scienza, due argomenti che mi affascinano”.

Musee Oceanographique de Monaco www.oceano.mc

Rari funghi estivi nel Pavillion Bosio




Alla sua seconda edizione "The Project", evento organizzato dall'associazione The Monaco Project for the Arts, creata nel 2008 da Rita Caltagirone, ha affidato all'artista internazionale Carsten Holler lo spazio del Pavillion Bosio, nell'Ecole Superieure d'Arts Plastiques in Avenue des Pins 1, per la mostra “Amanite tue-mouche - The Fly Agaric Show” che durerà fino al 30 Agosto.

Dopo Jean-Michel Othoniel che era magicamente intervenuto in questi spazi ora è la volta dell’artista tedesco che ha disposto le sue opere, con gli artisti della scuola, sviluppate intorno al tema dell'Amanite tue-mouche (Amanita muscaria), nel patio e nelle sale dell’istituto. Due opere sono inedite, appositamente commissionate dall’Associazione per l’evento. Si tratta di un insieme di tre collage tridimensionali delle riproduzioni giganti di varie specie di funghi l'Amanita (Giant Triple Mushroom), e una teca con 24 riproduzioni originali di funghi, metà dei quali anch'esse Amanite muscarie (Doppelpilzvitrine). Fra le tante opere colpisce la suggestiva valigia aperta contenente un calchi in gesso di un' amanita che si muove con l'energia solare (Pilzkoffer, 2008).

Colloquiano con le opere del noto artista una serie di interessanti contribuiti degli allievi della Scuola Superiore di Arti Plastiche con progetti sviluppati intorno al tema dell'amanita muscaria, della sua storia, dei suoi effetti, o del suo valore culturale.

07/07/10

do dress perruques-architecture from Mesha Gaba

Lo fanno meglio gli italiani?




L’arte contemporanea affascina un sempre più vasto pubblico e in questi ultimi anni diverse case editrici hanno pubblicato interessanti saggi critici, materiali documentativi, testi di analisi e biografie di noti artisti viventi che popolano quest’affascinante mondo.

Recentemente sono usciti due avvincenti libri che, per il pubblico italiano, si compensano a vicenda per dare una visione del mondo artistico a 360 gradi.

Si tratta del testo di Luca Beatrice “Da che arte stai?” edizioni Rizzoli 16,50 euro e il testo di Donald Thompson “lo squalo da 12 milioni di dollari” edizioni Mondadori 18 euro.

Il primo tomo è scritto dal noto critico/curatore torinese, che l’anno scorso con Beatrice Buscaroli ha curato alla Biennale di Venezia il Padiglione Italiano, realizzando una collettiva di artisti teoricamente ispirata al futurismo marinettiano.

Il libro narra i recenti ultimi decenni dell’arte e di noti eventi italiani, trattandoli in modo alquanto chiaro e ironico. In una lettura scorrevole e sfaccetta.

Svelando, secondo il suo personale punto di vista che parteggia per un tipo di arte più classica e formale, una strana realtà della situazione italiana che tenta di darsi un ruolo nel mondo dell’arte internazionale e nostrana.

Se le osservazioni proposte paiono valide dispiace percepire che le alternative proposte da Beatrice paiono quasi identiche in valore di relazione e di qualità a quelle criticate, per cui il cerchio si chiude fra la sua idea e la tendenze di altri in vorticosi gironi di sopravvivenza.

Al consumatore/collezionisti non resta che l’ultima sentenza.

Comunque alla fine si ha un valido quadro di un sistema che tenta di durare alle spinte più organizzate e dinamiche che arrivano dall’estero, cercando di costruire/imporre mode e gusti per il sistema stesso.

Proprio dall’estero viene il secondo volume, un saggio di Donald Thompson, un economista/collezionista d’arte, che in certe parti, ricalcando un poco lo stile del famoso “Il giro del mondo dell'arte in sette giorni” di Sarah Thornton, propone un discorsivo racconta sulla realtà internazionale dell’arte con un piglio più attento al valore commerciale e con una serie di osservazioni pungenti e molto condivisibili sulla realtà anglo/americana.

Centrale nel suo testo l’idea del brand, cioè la capacità di dotare un oggetto (anche artistico) di un magnetismo di valori e desideri che lo rende desiderabile. Così facendo si giustifica un plus-valore, che va oltre il valore reale a cui riuscirlo a venderlo.

Considerando che il numero di collezionisti è in crescita esponenziale, parallelo al numero di nuovi miliardari il gioco pare facile a farsi.

Leggendo i due testi ci si rende sempre più conto di come la realtà dell’arte non sia più quel luogo romantico e sognante del creare.

Quello che poteva essere un territorio di valore culturale e sociale, ha lasciato spazio a un sistema commerciale spietato.

Dettato dalle regole del denaro e del successo mediatico, dove sono tanti, e lontani dall’arte, gli elementi che decretano un effimero valore “artistico”, abilmente proposto in una tristissima globalizzazione che omologa e appiattisce tutto.

Berlin Biennale




Ispirandosi ad Adolf Messel, pittore in bilico fra un lirismo illustrativo ottocentesco e un verismo novecentesco quasi fotografico, la curatrice della 6 Biennale di Berlino Kathrin Rhomberg ha realizzato una selezione di oltre una quarantina di artisti in un difficile e delicato equilibrio fra ricerca culturale (dal sociologico all’estetico) e una matericità realista e quasi antiestetica.

Dall’artista di due secoli fa dovrebbero venire alcuni stimoli per il difficile tema della realtà e della sua rappresentazione. Dall’esistenza di questa percezione del mondo nasce una serie di argomenti che vengono sviluppati in modo molto concettuale ma con derive estetiche molto fragili, forse come la consapevolezza stessa della realtà, frastagliata e in continuo cambiamento.

Se trovo molto interessante e impegnativo questa progettazione, rimango molto perplesso sulle soluzioni estetiche. Soprattutto se dimenticano che l’arte è un fatto visivo per cui negando questo valore, lo sguardo, rendono questi processi solo celebrali. Spesso anche inutili, poiché il pubblico stesso pare frequentarli più per un atteggiamento elitario/modaiolo che per un vero interessamento partecipativo. Così che già al prossimo evento immancabile sarà digerito e dimenticato.

Come infatti è successo pochi giorni dopo a Basilea, nella produttiva ed economica fiera svizzera. A cui quasi tutti gli ospiti di Berlino hanno partecipato all’allegre giornate di business economico ricordandosi ben poco della dolorosa realtà proposta alla Biennale.

Per cui tutti questi approcci tematici complessi e sicuramente meritevoli di attenzione diventano una banale cartina tornasole più per avere consenso e attenzione che per un reale impegno diretto, un esempio per tutti il cinismo spietato dell’opera di Renzo Martens.

Tornando comunque alla singole opere si segnalano l’istallazione di Petrit Halilaj dall’espressivo titolo “ The places I’m looking for, my dear, are utopian places, they are boring and I don’t know how to make them real” o lo sgocciolare assopito di Adrian Lohmüller.

L’intervento fra lo scultorio e il performativo di Roman Odeck o gli oggetti diffusi/svuotati di Olsen che danno questa sensazione di poverismo estremo di una società oramai consumata, come la nostra, che forse solo con il vitale impulso “barbarico” potrà ridefinirsi e rinascere. La sezione video è troppo ricca e antropologica per affascinarmi.

Forse la cifra più purista possono essere i disegni di Sven-Åke Johansson, che nella loro infantile espressione hanno una chiarezza sul disorientamento contemporaneo. Rimandando forse al realismo del bambino, l’unico che rivela le nudità dell’imperatore.

Tutte le informazioni nell’efficiente sito http://www.berlinbiennale.de

Zooart 2010



Con un grande afflusso di pubblico Giovedì 1 Luglio si è inaugurata la nona edizione della rassegna internazionale di arte contemporanea Zooart a Cuneo.

Per l’Italia si tratta di uno degli eventi di arte contemporanea che, nato in sordina alcuni anni fa, si è imposto all’attenzione nazionale e internazionale per la sua freschezza e autonomia.

La selezione tramite bando pubblico ha permesso, a tanti artisti italiani ed europei, di poter realizzare i propri progetti in uno spazio unico. L’antico giardino inglese Fresia, usato per diversi anni come giardino zoologico, ora ritornato al suo uso storico di spazio naturale e ospitale, nel centro di Cuneo.

Questo spazio è stato adattato per poter accogliere diverse forme creative e opere artistiche. Esse trattano diversi temi culturali ed estetici, dalle urgenze ambientali a quelle sociali, dalle sperimentazioni pittoriche alle multimediali forme tecnologiche.

Anche quest’anno la rassegna presenta una particolari novità, l’iniziativa ZOOlive, sperimentazioni musicali-performative che si uniscono alle altre proposte già consolidate: ZOObimbi laboratorio creativo per l’infanzia, ZOOincittà iniziativa voluta dai commercianti del centro storico per portare anche nella principale via alcune emozioni artistiche e Manifestazoone, i noti interventi urbani sui manifesti.

Per dare a tutti la possibilità di una fruizione dialettica è promosso anche una serie di visite guidate che si svolgeranno al Sabato sera alle ore 21, un modo aperto di accompagnare e dialogare sull’arte proposta.

La caratteristica dell’esposizione serale ha reso questo evento affascinante e magico, diventando un appuntamento atteso e apprezzato, un’occasione di avvicinarsi all’arte in modo piacevole e fresco. La suggestione notturna dona alla rassegna una connotazione amichevole e serena che accresce l’attenzione sulle opere, un godimento aperta al vasto pubblico che giunge da tutta la regione per allettarsi a questa mostra.

Approfondiamo ora le opere proposte iniziando in via Roma,nel centro storico di Cuneo, con il percorso di ZOOincittà con una serie di opere site specific degli artisti già noti ad un vasto pubblico: Roberta Baldaro, Franco Ariaudo e Stefano Romano. Affiancati da una selezione di nomi in partnership con l’Accademia Albertina di Torino, che ha proposto Elena Barberis, Marcello Fiore, Laura Gianella, Annalisa Torretta e Lorenza Villani. Questo evento nasce con il comitato “Commercianti di via Roma”, che crede fortemente nel valore culturale del progetto.

Dopo questo bel giro ci rechiamo nei Giardini Fresia troviamo il cuore pulsante dell’evento ZOOart.

Allestito nel vasto giardino inglese s’incontrano subito le opere dell’artista di Taiwan Chu YunHua con i suoi personaggi itineranti urbani in miniatura, più in là la francese Belinda Annaloro, che invita i cuneesi, a cucire con lei il “Jardin de la laine”, un giardino all’uncinetto di 100 mq, del quale una parte è esposta.

Quasi ipnotico l’intervento sonoro/video dell’artista inglese Alice Bradshaw mentre i molteplici disegni di Alberto Traverso possono essere collezionati.

Dinamica l’azione del Collettivo Aliment(e)azione che propone un birdwhaching emozionale. Lo sguardo può trovare un altro luogo di riflessione sulle intime immagini di Alberto Di Cesare. Accanto, sul prato, si può dialogare nelle isole di tappeti serigrafati di Laura Lovatel, Federica Menin e Sara Poletta, anche virtualmente col blog http://tositin.blogspot.com/. Sul lato opposto del prato il collettivo Artemad propone una riflessione ampi e complessa con l’emotivo “cubo” di macerie de L’Aquila. Mentre i Cilema Reisen intervengono in un’impalpabile lavoro sonoro. Un dialogo protettivo si è creato fra l’intervento di Ryts Monet (Enrico De Napoli) che agisce in modo affettivo sul grande castagno accanto al lavoro di Francesca Lai che è intervenuta in modo fragile e delicato sulla vegetazione. Sul tema dell’informazione ci sono il progetto dei quotidiani rivisitati da Silvio Palladino e il totem informativo di Danilo Ruggeri. In caso di pioggia si potrebbero usare gli eleganti e traforati ombrelli di Giorgia Valmorri o ci si può ripara sotto una grande chioma dove partecipare allo scambio di punti di vista fotografici ideato dalla valdostana Catrina Zanirato.

Quest’anno la sezione video propone un artista per settimana, la prima serie è dedicata a Silvio Giordano, vincitori dei concorsi nazionali d’arte contemporanea Premio Celeste e Romaeuropa WebFactory.

La serata è proseguita con la performer catanese Tiziana Contino che ha coinvolto il pubblico in un’azione ludica e purificatoria, mentre Carlo Cerati ha creato un dj set di inediti melange sonori.

Nelle serate di venerdì 2 e sabato 3, si è realizzato l’appuntamento con ZOOlive.
Venerdì, a Borgo San Dalmazzo, con l’elettrizzante performance di Fausto Falchi e del dj set di Hartmann, mentre Sabato, nuovamente ai Giardini Fresia, dove si sono esibiti il duo artistico Vest And Page, accompagnati dalle psichedeliche creazioni musicali del torinese Vaghe Stelle.

Queste rassegne posso prendere corpo grazie al sostegno degli sponsor quali: Regione Piemonte, della Provincia di Cuneo, Comune di Cuneo, Città di Torino, Fondazione CRC, Fondazione CRT, Collezione La Gaia, Scrittorincittà, Accademia Albertina di Torino, GAI, IED di Torino, Confcommercio, Idroterm S.p.a., Iridium doors S.r.l., Damilano Group, Partners Srl e comitato “Commercianti di via Roma” di Cuneo.

Come sempre l’evento è a ingresso libero e si svolge nelle ore notturne dalle 21 alle 24, dal Giovedì alla Domenica.

Ogni settimana una parte delle opere muterà con nuove proposte ed interventi site-specific.

Il sabato sera, alle 21.15, per chi vorrà usufruirne, sarà prevista la visita guidata del ciclo “Osservando Ascolta”. L’area sarà video sorvegliata.

Tutti i dettagli al sito www.zooart.it