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17/05/13

Congelamento primaverile



Dopo la ricercata Documenta di Roger M. Buergel, era il 2007, parevano allentarsi il rigidino e monotono sistema dell’arte. Quell’ evento spostava l’attenzione dei nomi ovvi e commercializzati, con proposte lateriali, in un’allestimento più caldo e personale. 

Azione che forse cerca di sviluppare il percorso curatoriale di Massimiliano Gioni, attuale fulcro della Biennale di Venezia, con un esito che si prospetta in parte alternativo anche se poi certe rigidità di standardizzazione tornano in modo sparso, cioè i soliti noti. 


In questi giorni sto leggendo di Lea Vergine “Parole sull’arte – raccolta di articoli 1965 – 2007 “ testo che evidenzia un tempo dell’arte contemporanea che nel suo tentativo di fuga dal sistema si è incastrata nel sistema stesso. Tristissimo leggere di tutto quei giovani artisti ora piegati dal “nemico borghese”; anzi diventati loro stessi artefici di oligarchie e monolitici staticità economiche finte artistiche. 


Strutture che nella recente Documenta, forse una delle più algide di questi decenni, sono ritornati, riproposti stilemmi, vecchi miscelature in una confusione di idee, porte come stimoli, dimenticando ciò che tutti noi oggi u/siamo, cioè la multimedialità, l’elettronica, la tecnologia, l’immaterialità. 

Il mercato dell’arte non lasci scampo di sviluppo alla libertà espressiva ma pretende manufatti da commercializzare, reali (anche se obsoleti). 

Così le scuole o i cosidetti luoghi della formazione artistica piegano le promesse future alla servitù dell’oggetto e del superato processo documentativo da cui scaturiscono inutili dati privi di reale valore, ma sufficienti a creare ennesime fotografie, disegni, rifiuti o finti oggetti relazionali. 

Quanti giovani artisti congelati nella finzione del cambiamento. 

Però affascina vedere questa realtà non percepita. 

In questi giorni a Frize NY sguardi rapiti dai minuscoli monitor, dove tutti trascrivere i propri attimi di vite immateriali, che sbirciano l’ennesima opera fisica summa di vani processi e priva spesso di una reale qualità espressiva. 

Segnali da un universo di annoiati benestanti che cercano brividi di originalità precotta, facile, veloce, vuota.